Dall’alba, gli agenti della DIGOS delle Questura di Firenze, in collaborazione con gli omologhi Uffici della Questura di Siena coordinati dalla Direzione Centrale della Polizia di Prevenzione – UCIGOS, hanno eseguito numerose perquisizioni presso abitazioni, magazzini ed uffici nei comuni di Sovicille, Poggibonsi e nel centro di Siena.
Le perquisizioni sono scattate dopo una serie di intercettazioni sui social a cui erano sottoposti gli indagati per presunti fatti eversivi proseguite con altre modalità di accertamento. Secondo quanto emerso le persone coinvolte avrebbero inneggiato all’odio razziale e al fascismo e sarebbero quasi tutti tra i 50 ed i 60 anni, senza precedenti.
Tra il mirino degli indagati ci sarebbe stata la moschea di Colle di Val d’Elsa e l’intenzione di farla saltare con una condotta del gas, emergerebbe dalle intercettazioni. L’azione di far saltare la moschea, secondo quanto si apprende, non sarebbe stata portata a termine in quanto un 60enne di Siena, nostalgico delle SS, al centro dell’inchiesta, dipendente della Banca Monte dei Paschi nella sede centrale di Siena, sarebbe stato contattato dalla Polizia che aveva notato strani movimenti vicino all’edificio di culto. “Fermi ragazzi fermi, fermi tutti, come ci si muove siamo guardati a vista”, avrebbero detto in un’intercettazione decidendo di interrompere il progetto.
Tra i 12 indagati, altri due impiegati di Mps, e la moglie e il figlio del 60enne di 22 anni, che si qualificava come segretario della federazione di Siena del “Movimento Idea Sociale” e che nelle conversazioni intercettate diceva, tra l’altro, “la destra estrema è una filosofia di vita”. I membri del “Mis-Movimento idea sociale”, che si chiamavano fra loro camerati, secondo quanto emerge dai colloqui intercettati, avrebbero avuto l’idea di costituire una “struttura qualificata pronta per ogni evenienza”: una sorta di “guardia nazionale repubblicana” chiamata a intervenire “arma alla mano, senza chiamare le forze dell’ordine e fare giustizia sommaria”.
Dai colloqui intercettati emerge l’ipotesi che gli indagati volessero costituire una “struttura qualificata pronta per ogni evenienza”, hanno spiegato gli investigatori. Il gruppo sarebbe stato prossimo a costituire una “guardia nazionale repubblicana” chiamata a intervenire “arma alla mano, senza chiamare le forze dell’ordine e fare giustizia sommaria”.
Nelle perquisizioni eseguite sono stati sequestrati ordigni bellici risalenti alla Seconda guerra mondiale, polvere da sparo, tritolo e silenziatori per armi di fabbricazione artigianale. In un garage sono state trovate bottiglie riempite con polvere da sparo ricavata svuotando alcune bombe risalenti all’ultima guerra.
“Al momento non abbiamo riscontri di correlazioni con formazioni politiche di estrema destra già esistenti – ha affermato il procuratore capo di Firenze e della Dda Giuseppe Creazzo -. La perquisizione è il primo atto di un’inchiesta da sviluppare”.
A seguito della perquisizioni effettuate, informa la Polizia, il 60enne Andrea Chesi ed il figlio Yuri Chesi, 22enne, di Sovicille, sono stati arrestati per possesso illegale di esplosivo.
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