avente ad oggetto le ipotesi investigative di diffusione e detenzione di materiale pedo-pornografico ed istigazione a delinquere.
L’indagine aveva rilevato l’esistenza di una chat, denominata The Shoah Party, nella quale erano coinvolti numerosi minorenni residenti in varie località del territorio nazionale. L’attività era consistita in decine di perquisizioni e interrogatori, e si era valsa della preziosa e responsabile denuncia di una madre quale input investigativo.
Le attività investigative sono comunque proseguite anche dopo l’esecuzione delle perquisizioni, con esito ampiamente positivo degli interrogatori, facendo affiorare la parte più oscura e drammatica delle risultanze indiziarie, quelle relative al deep web, un contesto internet criptato, dove circolano immagini di efferata violenza, anche in situazioni live, dove chi accede può anche interagire in condotte di violenza sessuale e tortura su minori, attuate in diretta da adulti.
Con tutte le difficoltà del caso, grazie all’esperienza pluriennale del magistrato che conduce l’inchiesta e a molta applicazione su un terreno insolito e molto complesso, i militari sono riusciti così a risalire all’identità di un ragazzo e una ragazza 17enni residenti in Piemonte.
Dalle loro chat è emersa una descrizione dettagliata ed inquietante delle loro esperienze nel deep web, in particolare del ragazzo che ne riferisce alla sua amica, con descrizione delle cosiddette red room, stanze dell’orrore, in cui gli è possibile accedere a pagamento per assistere a violenze sessuali e torture praticate in diretta da soggetti adulti su minori, con possibilità di interagire per gli “spettatori”, che possono richiedere determinate azioni ai diretti protagonisti delle efferate azioni. In particolare, dalle indagini è emerso con dovizia di particolari, l’atto di un minore abusato sessualmente e torturato in diretta.
“C’è stato dunque un importante salto di qualità rispetto a quanto riscontrato nella pregressa fase investigativa – spiegano i Carabinieri del Comando Provinciale di Siena -, che aveva focalizzato la esistenza di una chat nell’ambito della quale decine di soggetti minorenni condividevano immagini e video pedo-pornografici associati ad apologia del nazi-fascismo – questo un ulteriore segmento investigativo -. Sono emerse nuove e specifiche risultanze indiziarie che fanno ritenere, sulla base di concreti elementi, che un soggetto minorenne, dotato di notevoli competenze tecnico-informatiche, abbia personalmente partecipato on-line assieme ad altri utenti, pagando in cripto valute, quali i Bitcoin, a delle vere e proprie torture ed abusi sessuali su minori, compiute in diretta da soggetti adulti.
Le investigazioni hanno consentito di acclarare le modalità di accesso al deep web, dove vengono acquisite e poi fatte circolare le immagini “gore”, con esecuzioni, omicidi, smembramenti, atti sessuali compiuti in danno di animali, estrapolazioni di organi, castrazioni, immagini raccapriccianti e pedo-pornografia ai danni di bambini piccolissimi.”
Le immagini rinvenute e già sequestrate attengono dunque e tre tipologie: 1) video pedo-pornografici auto-realizzati da minori, che si riprendono nudi od intenti al compimento di atti sessuali; 2) video realizzati da adulti, relativi ad atti sessuali e violenze compiuti da soggetti minorenni (anche di sesso femminile) ai danni di minori, anche in tenerissima età (2-4 anni); 3) video “gore”, per lo più associati a simboli nazisti.
Nel corso delle perquisizioni odierne sono stati rinvenuti e sequestrati telefoni cellulari, personal computer, tablet, chiavette usb e memorie esterne, i cui contenuti verranno successivamente analizzati dai carabinieri operanti.