
Il presidente si è anche detto preoccupato dei dati relativi alla dispersione scolastica. "E' un problema che abbiamo anche in Toscana e rispetto al quale dobbiamo fornire risposte concrete - ha spiegato - Per esempio intervenendo sugli istituti professionali, perché abbiano uno sbocco lavorativo più definito, un legame reale con il territorio e le attività economiche. Allo stesso modo dobbiamo occuparci dei cosiddetti Neet, cioé dei giovani che non lavorano e non si formano, per tentare di costruire un rapporto con il lavoro o magare fare in modo che sperimentino il nostro servizio civile".
Nell'intervento del presidente anche una riflessione sul sostegno regionale alle famiglie che mandano i loro figli alle scuole per l'infanzia private. "Da un lato abbiamo sostenuto le classi Pegaso, ma dall'altro, a fronte di costi troppo alti, c'era il pericolo che diverse famiglie venissero tagliate fuori da questo servizio. Per questo siamo intervenuti, peraltro con risorse di gran lunga inferiori a quelle che abbiamo destinato alla scuola pubblica. Siamo per la scuola pubblica, ma l'ideologia non può prevalere sui bisogni delle persone".
Tutto questo nella consapevolezza del ruolo ancora più centrale che la scuola e i progetti educativi avranno negli anni a venire: "Il disagio sociale sta aumentando e ci vorrà tempo perché la ripresa economica ci faccia guarire dalle ferite prodotte dalla crisi - ha concluso Rossi - Per questo bisogna rafforzare il presidio della scuola, nel segno della qualità".