
“L’importanza di questa scelta politica – commenta Scaramelli – non sta solo nell’azione meritoria dell’introduzione di un test che può evitare cure pesanti e che sconvolgono la vita di una donna, ma anche nell’estensione di questa possibilità in tutta la Toscana in maniera omogenea. In tutti gli ospedali sarà possibile effettuare il test genomico”.
Non sempre, infatti, la chemioterapia risulta necessaria. E' questo il caso dei tumori del seno positivi ai recettori ormonali in stadio precoce e a rischio intermedio. Gli studi infatti dimostrano che se il tessuto tumorale presenta determinate caratteristiche molecolari, analizzabili grazie ad appositi test genomici, è possibile evitare la chemioterapia e procedere alla sola terapia ormonale.
Per Scaramelli, che ha promosso e scritto la Risoluzione dopo aver audito le rappresentanti dell’associazione Toscana Donna, il test è “un risparmio per il nostro sistema sanitario pubblico universale, costa molto meno di un ciclo di chemioterapia ma, soprattutto, è un risparmio di cure invalidanti per le donne che devono combattere la propria sfida contro il cancro. L’introduzione di questa novità consentirà – conclude Scaramelli – anche di contrastare fenomeni di turismo sanitario e di concorrenza da parte di altre Regioni. Sono orgoglioso della Toscana e ringrazio tutte le forze politiche che con me hanno avuto il coraggio di fare innovazione”.